Quando ho iniziato a pensare al progetto de La Casa di Ale non avevo bene le idee chiare. Come tutti i progetti, bisogna innanzitutto piantarne il seme e aspettare. L’attesa è la parte più importante. Affinché il seme crei radici forti e possa iniziare a crescere. Così un’idea necessita di sedimentare, di sviluppare le proprie radici. Un passaggio delicato ma allo stesso tempo fondamentale per la buona riuscita dell’impresa.
In questa periodo di attesa (durato anni), l’idea si è evoluta, si è trasformata, diventando quello che è oggi. Non mi aspetto che domani resterà così, anzi, mi auguro che sia in grado di cambiare ulteriormente.
Da un progetto privato, personale, La Casa di Ale è divenuto oggi una potenziale concept house con soluzioni e idee per la disabilità pronte per essere condivise e esplorate con chiunque ne abbia bisogno. In queste settimane ho avuto il piacere di parlare con persone che mi chiedevano consigli e soluzioni dinnanzi alla necessità di ristrutturare casa. Un primo riscontro della potenzialità di questo progetto.
Ma La Casa di Ale può essere di più di una semplice concept house. Può diventare lo spazio per testare o produrre nuove idee. Uno spazio reale dove evolvere i concetti di universal design e di Design for All.
Il primo progetto è il braccio robotico. Anche in questo caso, dimostriamo come la collaborazione e l’unione negli intenti possa portare a dei risultati impareggiabili. Nel caso del braccio robotico, un pensionato e un ragazzo del liceo si sono uniti per realizzare questo ausilio per Ale. Con l’obiettivo di permettergli di poter aumentare la propria autonomia di un ulteriore tassello. A oggi siamo pronti con il primo prototipo, ma sono certo che questo è solo il primo passo verso un progetto di grande valore.
Il nostro living lab metterà a disposizione di tanti le proprie idee. Anche in questo caso, una volta finito, condivideremo gratuitamente il manuale di istruzioni per realizzarlo. Un braccio che con poche centinaia di euro di materiali potrà dare indipendenza a tante persone. Questo è l’obiettivo finale.
Oggi l’idea è questa. Chissà se riusciremo a evolvere ulteriormente il nostro progetto in qualche cosa ancora di diverso. Noi crediamo nella condivisione e nell’attivazione. Pragmatismo unito a una certa capacità di visione futura. Per dare a Ale, ma anche a tanti altri, molte opportunità in più.